lunedì 28 novembre 2011
Porca vacca!
Qualche simpaticone ha avuto la brillante idee di entrare nel mio cortile di casa e portarsi via la mia mountainbike.
Ora, al dilà del valore che poteva avere, era la MIA bicicletta e solo l'idea che la stia usando chissà chi mi da sui nervi.
Quella bici mi era stata regalata da Bepi, l'aveva costruita lui per me e l'aveva personalizzata con il mio colore preferito e quanto altro. Un valore affettivo. Una bici unica.
Sono delusa da questo mondo di merda in cui viviamo. Non siamo nemmeno padroni a casa nostra, è una cosa scandalosa, vergognosa.
Maledetta quella volta che hanno aperte le frontiere...hanno fatto l'errore più grande che si poteva commettere, d'altronde, se erano state chiuse ci sarà un motivo?!?!
VERGOGNA! Vergogna Italia che non tuteli noi cittadini, ma dai le tue attenzioni a chi viene da fuori.
Scusate le mie parole, ma questo penso e nessuno mi farà cambiare idea.
martedì 22 novembre 2011
Il freddo
venerdì 18 novembre 2011
Mi sapete dire la strada per "X-Drive Village"?
Mi dispiace solo di non aver trovato lo spot in internet, ma potete vederlo su qualsiasi canale televisivo.
Buona giornata!
martedì 15 novembre 2011
Novità in casa
Eccomi qui ad aggiornarvi un po' sulla mia situazione "casa". La convivenza procede anche se ci vediamo poco visto gli orari di lavoro sfasati. Questo mi serve ad apprezzare ancora di più il sabato e la domenica perchè sono le due giornate che posso trascorrere in compagnia di Bepi o se non altro possiamo pranzare e cenare insieme, cosa che, durante la settimana, non succede mai.
Mi sa che stiamo entrando nella fase "disastri in casa". Ogni volta che rientro dal lavoro penso, prima di aprire la porta, "speriamo che non abbia combinato nessun guaio", ma non va sempre bene! Spero di riuscire a darle tutto l'affetto di cui ha bisogno.
venerdì 11 novembre 2011
Il venerdì pomeriggio
sabato 5 novembre 2011
Nuove consapevolezze
Ieri sono stata al funerale della nonna del mio Bepi. Domani c'è il funerale di un compaesano. Dovete sapere che, in un paesino con nemmeno 500 anime, ci si conosce tutti e una perdita diventa di tutti, specie quando si tratta di una brava e buona persona.
59 anni sono tanti, ma pochi per morire, per lasciare una moglie, dei figli, dei progetti, dei desideri. Non si è mai abbastanza vecchi per morire. C'è chi arriva alla splendida età di 92 anni e chi, invece, a nemmeno sessanta ci lascia, abbandona questo mondo, anche se solo fisicamente.
In questi giorni ho molto a che fare con la morte, con la realtà della morte e un po' alla volta divento sempre più consapevole che tocca a tutti, prima o poi.
La morte non è la fine di tutto, non può essere così, non può finire tutto qui, ci deve essere per forza dell'altro e ne sono certa.
Ovvio, ci vuole fede, bisogna credere in qualcosa, in qualcuno per potersi dare delle spiegazioni, anche se non giovano ad accettare questo "arrivederci".
Tutto va come deve andare, ma perchè? Evidentemente la risposta non la troviamo qui.
Facciamo vite in continuo movimento, corri qui, corri lì e poi? Poi cosa ci rimane se non abbiamo delle persone a noi care, se non abbiamo dei ricordi a scaldarci il cuore, se non abbiamo la fede che ci permette di guardare oltre, di sperare che un giorno tutti ci rincontreremo e sarà bellissimo.
Ci sono persone che ci lasciano troppo presto ed il vuoto che lasciano è incolmabile.
Quanto è magico il momento in cui ci rendiamo conto che siamo vivi, VIVI santo cielo e non lo saremo per sempre. Qualcuno sembra dimenticarsi con che facilità passiamo da un mondo all'altro. Io sento di avere una certa consapevolezza che prima o poi succederà il momentaccio, anche adesso, tra un minuto o tra cento anni, ma tutti finiremo lì, in mezzo ad un freddo corridoio di marmo, in mezzo a milioni di fiori senza poterli nemmeno guardare ed annusare, davanti a Dio vestiti, chiusi in una bara, ma infinitamente spogli. Là, con il vestito più bello che abbiamo, con le mani incrociate e quelle facce bianche come la porcellana, là, così immobili, così privi di vita, ma immensamente beati, come in un sonno che non finirà più; là con quel sorriso un po' fasullo, come a voler dire, me l'hai fatta eh, è toccata a me, là con tutte le persone care attorno, cosa rara, là, protagonisti come ad una prima della scala, là, così visibili per l'ultima volta prima di venire inghiottiti dalla terrà o prima di materializzarsi nell'aria. Ci troveremo là, tremendamente soli, tremendamente consapevoli che ci vorrà del tempo prima di far capire a chi ci sta intorno che ci siamo, che ci siamo ancora e che li continuiamo ad amare anche se in modo diverso.
Ci vorrà molto tempo prima di poterli toccare, prima di poter provare di nuovo l'emozione di un corpo caldo e saremo tremendamente tristi quando dall'alto vedremo solo lacrime e non saremo in grado di dire nemmeno una parole alle persone che abbiamo più amato.
Urleremo il più possibile per farci sentire ancora, per dire che tutto andrà bene, che ci siamo, che li amiamo, ora ancora più di prima. Faremo sforzi sovrumani per scaldare i loro cuori facendoci sentire, facendo capire loro che siamo vivi, vivi nei loro cuori, nei loro ricordi.
Rideremo insieme a loro quando ci ricorderanno nelle scene più buffe e assurde a cui abbiamo preso parte. Ci ricorderanno mille volte, fino ad annoiarci a morte, ma li capiremo, capiremo che quello è il loro modo di vederci ancora vicino a loro.
Piangeremo insieme a loro quando avranno chissà che altre sofferenze, quando si vorrebbe allungare quella dannata mano verso il basso, giù, giù fino a trapassare le nuvole, i tetti delle case, i muri, tutto quello che da loro ci divide. Una mano, un abbraccio, vorremmo fare di tutto per star loro vicini, ma solo se loro ci ameranno ancora, solo se loro ci continueranno a ricordare, solo se loro ci sentiranno palpitare nel cuore e nella mente, solo se loro saranno consapevoli che niente ha fine e che, un giorno ci riabbracceranno e quella volta, quella volta sì che sarà per sempre.